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Coronavirus, ecco l’indice di contagio delle Regioni: solo l’Umbria è sotto lo 0,2

Coronavirus, ecco l'indice di contagio delle Regioni solo l'Umbria è sotto lo 0,2

Emergenza Coronavirus, giorno dopo giorno si aggiornano i dati dell’indice di contagio nelle varie regioni. Segno che, in un modo o nell’altro, le misure di contenimento stanno portando i loro effetti positivi, anche se è impossibile fare previsioni certe.

Lo abbiamo sentito ripetere molto spesso, dobbiamo tenere sotto controllo due valori: l’Ro e l’Rt. Ma che differenza c’è tra i due valori? E’ presto detto. L’Ro indica il numero medio di contagi da parte di una persona infetta. In pratica quante persone infetta un positivo al Covid – 19 in media. Nei giorni in cui questo valore valeva 3, ad esempio, voleva dire che ogni positivo infettava in media tre persone. Un numero a dir poco impressionante.

L’Rt, invece, indica l’Ro nel tempo, ovvero l’indice di trasmissibilità dopo che le misure di contenimento e il lockdown sono entrati in vigore. E gli esperti continuano a ripeterlo. L’unico modo per arrivare alla fase 3 dell’emergenza Coronavirus è tenere sotto controllo questo indice. Anche se, come vi spiegheremo, è un valore che non tiene conto di molti aspetti.

Solo le Regioni con un indice di contagio da Coronavirus sotto lo 0,2 potranno riaprire. Nel resto del territorio resterà il lockdown, più o meno severo a seconda della situazione regione per regione. Vediamo quindi insieme quanto vale attualmente questo valore e quali sono le regioni più vicine alla riapertura.

Emergenza Coronavirus, ecco quanto vale l’indice di contagio nelle Regioni d’Italia

Molise 0,84 – Puglia 0,78 – Piemonte 0,75 – Emilia Romagna – 0,72 – Sardegna 0,66 – Toscana 0,64 – Sicilia – 0,64 – Lazio 0,62 – P.A. Bolzano 0,61 – Friuli Venezia Giulia – 0,61 – Abruzzo 0,55 – Lombardia – 0,53 – Veneto – 0,53 – Valle d’Aosta – 0,52 – Calabria 0,52 – P.A.Trento 0,42 – Basilicata 0,35 – Umbria 0,19.

I dati sono riportati dal Corriere e evidenziano come la situazione sia decisamente diversa da Regione a Regione. Attualmente solo l’Umbria si trova al di sotto della soglia minima da raggiungere per sperare in una riapertura.

Da sottolineare, comunque, che i dati non tengono conto di due fattori fondamentali. Innanzitutto non possono registrare gli asintomatici, un punto molto delicato dell’emergenza sanitaria che stiamo affrontando, perché difficile da tenere sotto controllo.

La seconda cosa da tenere presente è che ovviamente il dato dipende dal numero di tamponi effettuati. Più tamponi si fanno, più il margine di errore diminuisce. Ecco perché, ad esempio, una regione come il Molise che, ricordiamo, è stata poco colpita dall’emergenza Coronavirus ha un indice di contagio così alto.

Ma perché l’R0 diminuisce giorno dopo giorno? Ovviamente ruota tutto intorno a due motivazioni. Innanzitutto, visto il lockdown e le misure di contenimento, è chiaro che il numero medio di contagiati di una persona positiva al Covid – 19 diminuisca, dal momento che ci sono molti meno contatti.

E poi perché nel frattempo aumenta anche il numero dei guariti e dunque degli immuni. Comunque, leggendo i dati riportati riguardo all’indice di contagio del Coronavirus nelle Regioni, è facilmente comprensibile il perché le singole Regioni pretendano di ripartire in maniera autonoma e a seconda della propria situazione.

Nel frattempo si va verso nuove aperture il 18 Maggio, mentre il vicepresidente della Lombardia Fabrizio Sala commenta con queste parole la situazione nella sua Regione:

«Il nostro R0 per il coronavirus è 0,75, sotto la media nazionale che è dello 0,80. Da sottolineare il comportamento dei lombardi che si sono fermati con il lockdown e poi hanno ripreso l’attività, rispettando le misure. Perché non possiamo né morire di Covid né morire di fame. Dobbiamo reagire con la testa e i milanesi la testa la stanno usando».

Mag 6, 2020Filosofia Spicciola
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