
Coronavirus, cosa resta aperto dopo le ultime dichiarazioni del premier Conte? Il nuovo provvedimento sarà attuato a partire da lunedì, tuttavia è già trapelata una lista provvisoria di tutte le attività che verranno sospese.
Come ci ha tenuto a precisare il Premier, tutti i supermercati e le farmacie rimarranno aperte. Si sconsiglia di farsi prendere dal panico e di affollare i supermercati nel tentativo di fare scorte al momento inutili.
Coronavirus, cosa resta aperto?
Il base al nuovo decreto sul Coronavirus tutte le aziende ritenute essenziali, settore alimentare, biomedicale, trasporti e farmaceutico, rimarranno aperte. La Pubblica Amministrazione subirà invece notevoli restrizioni.
In questo caso rimarranno aperti esclusivamente gli esercizi legati alla difesa, all’istruzione e alla sanità. Ma anche tabaccai, edicole e i servizi d’informazione.
Come ha detto Conte nel suo discorso di sabato sera, “il motore dell’Italia è rallentato ma non fermo”. Dovrebbero, il condizionale è ancora d’obbligo, rimanere attive l’industria alimentare, delle bevande. Tessila (ma solo legata agli indumenti di lavoro) e la filiera agro-alimentare e zootecnica.
Ancora attive le produzioni di gomma, prodotti chimici, materie plastiche, ma anche la fabbricazione della carta e raffinerie petrolifere. Non rientrano nelle nuove restrizioni tutte le aziende che si occupano di fabbricazione di forniture mediche e dentistiche.
Ma anche quelle legate all’idraulica, all’installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori. Nel nuovo decreto che come detto, sarà valido da lunedì, non è incluso il trasporto ferroviario di passeggeri (interurbano).
Quelle in aree urbane e suburbane, gli Ncc, i taxi, il trasporto ferroviario di merci, quello aereo e marittimo e gli autotrasportatori.
Attive anche Poste, banche, assicurazioni e finanziare, più la gestione fognaria e la raccolta dei rifiuti. Stesso discorso per veterinari, servizi di vigilanza, di pulizia e lavaggio delle aree pubbliche più i call center.
Per tutti i dubbi e le informazioni, vi rimandiamo al sito del Ministero della Salute.
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